Il Consiglio Pastorale sull'ANSPI

Venerdì 11 gennaio 2013,  un incontro aperto con il Consigliere nazionale don Gianmario Lanfranchini

Dedicato all’Anspi Oratorio si è riunito venerdì scorso

IL CONSIGLIO PASTORALE

Il Consiglio pastorale di venerdì 11 gennaio, tutto centrato sulla questione della presenza in Oratorio di una associazione di promozione sociale, quale è l’Anspi, ha visto la partecipazione più numerosa del solito, grazie alla presenza di persone interessate all’argomento, visto che da anni il circolo San Giustino opera nella struttura giovanile di via Torchio.
Per la serata è stato invitato don Gianmario Lanfranchini, membro del consiglio nazionale, che dopo una breve presentazione ha tracciato la storia dell’associazione, sorta come espressione del rinnovamento che negli anni sessanta il Concilio Vaticano II ha portato e che ha caratterizzano la Chiesa italiana durante tutti questi anni, in particolare nei confronti dell’educazione cristiana e umana dei ragazzi e dei giovani.
La prima fondamentale questione, nota ma sempre opportuna a ritenersi, è comprendere il perché la parrocchia ha ‘bisogno’ di un circolo per le attività oratoriane. Alla parrocchia spetta ciò che le è proprio, in quanto materia di culto e di catechesi, secondo quanto concordato (atto del 1984) con lo Stato italiano, ma per tutto quanto riguarda l’organizzazione di attività a carattere commerciale e proposte ricreative fa riferimento alle normative italiane che regolano le attività di settore (l. 222/85, l.206/03, l.r.26/02, d.lgs 460/97). L’Anspi riassume in sé le caratteristiche necessarie per promuovere le attività di cui ha bisogno una struttura per essere funzionale al tipo di mandato che la parrocchia richiede per operare in modo adeguato, non solo fra i ragazzi e i giovani ma a servizio dell’intera Comunità. Sono tante le opportunità di cui l’Anspi dispone e che se utilizzate possono coinvolgere per far crescere lo spirito comunitario e di aggregazione. L’Oratorio non si pone come realtà autonoma, rispetto alla parrocchia, ma ne è parte. Infatti anche a livello legislativo non riveste nessuna qualifica di personalità giuridica, e tuttavia svolge un importate ruolo di crocevia, dove confluisce la pastorale della famiglia, con la scuola di catechesi, del tempo libero, della integrazione e della socializzazione. È una sintesi che tiene insieme apostolato, cultura e animazione del tempo libero.
Che senso ha la presenza del bar in Oratorio, con volontari che lo gestiscono e un Consiglio che si fa carico di amministrare? Il bar non è un bar pubblico (chiunque può accedervi). Sarebbe meglio dire bar del circolo perché esprime l’ottica di chi ne fruisce, coinvolto nelle attività che l’Oratorio propone o sostiene e nelle iniziative di cui il circolo si fa carico. È un locale che la parrocchia ha concesso in uso per la somministrazione di bevande e cibo, ma è principalmente luogo di accoglienza ed è parte di una vera e propria esperienza associativa. In altre parole si fa carico di accogliere chi frequenta l’Oratorio perché possa svolgere bene la propria attività sentendosi inserito in una realtà di attenzione e di amorevolezza che spesso non appare così evidente nella Chiesa (spesso criticata perché non ben conosciuta). La parrocchia ha anche questo volto e non solo quello che può apparire staccato dalla gente. Sulle tante indicazioni fornite sono seguite alcune domande di chiarimento che hanno permesso un confronto positivo e maturo per continuare il servizio di cui la realtà dell’Anspi si fa portatrice per la ”cura del bene delle persone” (come è indicato negli orientamenti pastorali della Chiesa italiana per questo decennio 2010-2020, educare alla vita buona del Vangelo cap. 5 e 42).

 

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